ATTUALITA' - Si ferma da oggi il trasporto pubblico locale. Soffocato dai crediti, ebbene si. Come le cliniche del Gruppo San Raffaele, di cui abbiamo notizia della chiusura dell'ennesima struttura, quella di Rocca di Papa e come tante altre aziende, pubbliche e private, che non riescono più andare avanti perchè lo Stato, che sia Regione, Provincia o Comune, non fa onore agli impegni finanziari sottoscritti. Stavolta è toccato al trasporto pubblico, dopo una serie di incontri con i vertici regionali, con le associazioni di categoria e varie sigle sindacali, l'associazione Uniamola, che riunisce varie aziende del Tpl, per voce del suo presidente Giuseppe Cilia, ha annunciato il fermo del trasporto locale.
La Regione Lazio non paga da oltre un anno e le aziende al collasso annunciano lo stop ad iniziare da oggi. Non riescono più a far fronte ai costi di gestione "in altre parole – scrive il presidente dell'associazione al Ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, – per tutto il lavoro svolto negli ultimi 13 mesi, e i relativi costi di gestione sostenuti, le aziende non hanno percepito nulla e non sanno quando percepiranno il dovuto". Il giorno 7 dicembre sembrava essere giunti ad un accordo ed erano state "individuate con precisione le risorse economiche disponibili ma molte erano le perplessità rimaste sul tavolo.
Il segretario generale della Fit-Cisl Giovanni Luciano dichiarava: "'Riteniamo indispensabile un netto aumento delle anticipazioni oggi fissate al 60%, occorre per altro prevedere norme per incentivare le aggregazioni e per le modalità' su sede propria come ferrovie, metro, tram e filobus. Un accordo per il rilancio del settore dovrà' risolvere questi problemi''. L'accordo è saltato oggi. Il presidente di Uniamola, Cilia ha scritto all'assessore ai Trasporti del Lazio Malcotti affermando: ""Caro assessore ho riportato all’assemblea straordinaria dei nostri associati il tuo personale impegno e la tua disponibilità ad individuare soluzioni utili alla grave crisi finanziaria del TPL. Ho dovuto anche riferire della mancata individuazione di possibili soluzioni per consentire alle imprese di avere le risorse arretrate dovute per potere continuare a garantire i servizi di TPL per i comuni del Lazio.
Purtroppo la convenzione con la SACE, che prevede pesanti oneri finanziari diretti e riflessi che devono essere assunti dalla Regione, non risolve il problema della impossibilità per le imprese di approvvigionamento del carburante e del pagamento delle retribuzioni ai dipendenti, ciò evidentemente a causa dell’ingiustificabile ritardo, oramai superiore ad un anno, con il quale la Regione paga le imprese, che ha messo in crisi tutti i canali finanziari che le stesse avevano a disposizione. Alla luce di ciò l’assemblea degli associati ha dovuto confermare per intero la richiesta di adempimento inviata ex articolo 1454 del codice civile, prevista per il caso di grave inadempimento di una delle parti, sia per tutelare il servizio pubblico, sia le imprese stesse, in applicazione di quei principi che impongono all’imprenditore di intervenire in tempo utile prima che l’equilibrio economico finanziario delle aziende sia compromesso definitivamente con le immaginabili conseguenze anche di tipo fallimentare". "La imprese - ha concluso Cilia - hanno dovuto ugualmente confermato lo stato di agitazione della categoria, stante il grave stato di crisi non risolto, per cui in concomitanza con la sospensione civilistica dei servizi, il 10 dicembre si terrà una manifestazione dinanzi la sede della Giunta Regionale a sostegno del TPL anche per le realtà locali e provinciali. Dato il carattere della manifestazione ti chiedo al disponibilità a ricevere una delegazione delle aziende in segno di collaborazione e non di contrapposizione al tuo operato".
Dunque il protocollo d'intesa del 2009 che prevedeva una certificazione dei crediti vantati nei confronti della Regione Lazio sembra svuotarsi dall'interno, le casse sono vuote e come al solito chi ci rimetterà sono i cittadini, pendolari e studenti che in 100 Comuni del Lazio vedranno il diritto al trasporto, violato dalla disfatta della politica.