Una foto da facebook all'interno della Collodi di Lariano |
ATTUALITA' - L'apertura delle scuole, tra riforma scolastica ritenuta in parte incostituzionale, come abbiamo raccontato in un recente articolo e disagi vari (tagli al numero degli insegnanti, al personale in genere, strutture fatiscenti ecc.), sta risentendo anche della grave crisi economica e della diminuzione dei trasferimenti dallo stato agli enti locali. Questi ultimi, nello specifico, i Comuni, ritengono di dover rimpinguare le casse aumentando costi che colpiscono in pieno, il più delle volte, le tasche delle famiglie. Succede così che nel Comune di Lariano (ma il caso riguarda tantissimi altri Comuni italiani), nel quale si è insediata recentemente la giunta Caliciotti, il Commissario prefettizio lasci tra i suoi provvedimenti, una delibera, la numero 21 del 19 marzo 2012 con la quale si prevede che per l'anno scolastico corrente si prevedano aumenti per alcuni servizi, la mensa, il trasporto scolastico e la retta dell'asilo nido, che molti non esitano a definire esorbitanti.
La lista civica Più Lariano che ha due consiglieri comunali insediati, Emiliano Astolfi e Gianluca Casagrande Raffi lamenta fortemente questo problema. In un comunicato stampa ufficiale così scrive: "Se si considera la spesa di 200 euro per lo scuolabus (aumentato del 100%!) e di 4 euro del pasto in mensa, si fa presto a calcolare che ogni figlio graverà per 860 euro annui sull’economia familiare solo per lo studio, un diritto che lo stato italiano prevede in forma gratuita fino a 16 anni! Pensiamo che questo sia inaccettabile, perché a Lariano sono moltissime le famiglie con tre figli a carico in età scolare e queste famiglie si troveranno nei prossimi mesi in gravissime difficoltà economiche. Pensiamo che non sia giusto arginare il particolare momento di crisi economica con aumenti di questo tipo, indiscriminati e totalmente a carico del cittadino. Pensiamo che non sia accettabile che a fare le spese di questa situazione siano settori di primaria importanza come la scuola e che a esserne penalizzati siano i nostri bambini e ragazzi, specie se di famiglie numerose e monoreddito".
Per questi motivi la Lista Più Lariano ha presentato una mozione in Consiglio comunale che verrà presto diffusa tra i cittadini per una raccolta firme, atta a chiedere un'immediata riduzione dei costi dei servizi scolatici e di conseguenza una rimodulazione degli strumenti di valutazione degli indicatori economici. Andrebbero riviste le reali possibilità delle famiglie di poter affrontare aumenti così sostenuti e soprattutto andrebbero messe in atto mosse economiche finanziarie più realiste: se è vero che il Comune di Lariano esce da un periodo di commissariamento, se è vero che la crisi economica si sta abbattendo come una mannaia costringendo i Governi nazionali a fare riforme "lacrime e sangue" e lo stesso Premier Monti ha definito la politica finanziaria del governo "recessiva", non si può comunque ancora credere che le famiglie italiane possano sistemare i bilanci pubblici, soprattutto se non hanno in cambio servizi adeguati.
E anche se la delibera del Comune di Lariano è stata lasciata in eredità dal Commissario prefettizio, i Consiglieri di "Più Lariano" si rivolgono a chi ha oggi la responsabilità di guidare l'Amministrazione cittadina: "Se è vero - si legge ancora nel comunicato stampa - come abbiamo letto sul manifesto affisso all’ingresso di tutti gli istituiti scolastici, firmato dal Sindaco e dall’assessore Starnoni, che questa amministrazione è “attenta e vicina alla scuola larianese”, non possono ignorare le nostre proteste e non ascoltare il nostro disagio…a meno che quel coloratissimo cartello augurale nel quale ci siamo imbattuti accompagnando i nostri figli al loro primo giorno di scuola in realtà non sia davvero quello che ci è sembrato sulle prime, ossia un’insopportabile presa per i fondelli".
Vedremo se la delibera del Comune di Lariano sarà modificata, ma è solo un altro piccolo esempio di come l'istituzione scuola, in Italia, sembri considerato dallo Stato e dagli Enti Locali, il più delle volte, come un peso e non come una risorsa fondamentale per lo sviluppo dell'intera comunità.