L'appuntamento per la partenza è stato dato all'incrocio di via dei Laghi con viale Roma, noto come il triangolo. Lì i lavoratori, assieme a parecchi cittadini, molti politici, purtroppo, dobbiamo notare, solo della maggioranza e un consistente schieramento di Forze dell'Ordine hanno dato il via, accendendo le candele una a una, alla lunga camminata che si è svolta dal "Ponte Rosso" fino alla Cattedrale di San Clemente.
Con il Sindaco Servadio in testa, affiancato da Don Cesare, in sostituzione del Vescovo Apicella impegnato a Segni e del Presidente del Consiglio comunale di Rocca di Papa Luigi Ferrazzoli, il lungo corteo si è svolto proprio come una lunga camminata. I lavoratori, quelli che ormai abbiamo definito i "guerrieri" della protesta, Carlo Maola, Bruno Ruscio, Danilo Tosti, Simonetta Mastrella e Maurizio Imperiali tenendo il lungo striscione che incoronava il corteo, hanno gridato, per tutto il percorso, al megafono, tutte le ragioni per non chiudere il San Raffaele e per non impoverire ulteriormente l'ospedale di Velletri.
Proprio lungo il percorso non abbiamo notato tante saracinesche dei negozi, abbassate come la Confesercenti aveva richiesto. Solo in piazza Mazzini la storica tabaccheria Ceccherini ha chiuso il negozio all'arrivo del corteo, mentre Roberto Zaccagnini ha appeso un bellissimo striscione al balcone della sua casa. Giunti in piazza San Clemente è iniziato forse il momento più suggestivo: l'accensione delle lanterne giapponesi e il loro lancio in cielo, il momento per esprimere un desiderio.
Il desiderio per i lavoratori e i tantissimi presenti è stato uno solo, non chiudere il San Raffaele e nei discorsi che si sono svolti di Tosti, Maola, Ruscio e del Sindaco si sono ripetute tutte le ragioni per non farlo. Alle tante crediamo, se ne è aggiunta un'altra, è stato chiuso il reparto di Pediatria dell'ospedale per mancanza di personale medico. La lotta per salvare la sanità del territorio va avanti.