ATTUALITA' - Si svolgerà domani con inizio alle ore 15.30 una manifestazione contro la costruzione dell'inceneritore di Albano. Il corteo, organizzato dal Coordinamento contro l'inceneritore, partirà da Albano Laziale e raggiungerà Genzano di Roma.
I cittadini di Albano Laziale vogliono tenere alta l'attenzione sulla probabile costruzione dell'inceneritore presso la discarica di Roncigliano, una località a sud di Cecchina. La chiusura di quella di Malagrotta, la discarica più grande d'Europa, è prevista per gennaio 2012 e questo comporterà enormi problemi per lo smaltimento dei rifiuti della nostra Regione.
La discarica di Roncigliano fu aperta illegalmente negli anni '80 su terreni agricoli, in seguito furono rilasciate le autorizzazioni necessarie per lo smaltimento ma solo per sei invasi. Nel 2007 è partita la costruzione del settimo invaso che da due mesi è in funzione. Si tratta di una buca profonda 30 metri e larga quanto quattro campi di calcio dove vengono seppelliti, senza alcun tipo di riciclo, i rifiuti di dieci comuni dei Castelli.
Contro il funzionamento del settimo invaso gli abitanti della zona hanno fatto ricorso al Tar che si esprimerà nel merito, il 27 ottobre prossimo. Parallelamente si teme la costruzione anche dell'inceneritore ossia una centrale elettrica alimentata da gassificatore di gas di scarico proveniente dal combustibile derivato dei rifiuti.
Nel 2008 la CoEMA, la ditta che gestisce la discarica, delimitò la zona della discarica per avviare la costruzione, ma il progetto fu bloccato dall'amministrazione comunale di Albano che commissionò all'Istituto Superiore di Sanità uno studio sull'impatto ambientale e dai cittadini che ricorsero al Tar. Ricorso che vinsero nell'ottobre 2010.
Il proprietario della discarica di Roncigliano l'avvocato Manlio Cerroni ha fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la Regione Lazio, ritenendola responsabile della sentenza del Tar. La zona è altamente inquinata, come denuncia il Coordinamento contro l'inceneritore e un documento del WWF, le acque delle falde acquifere presentano alte concentrazioni di arsenico, cloroformio e ferro. La Asl ha riscontrato un aumento di mortalità del 50% per malattie polmonari. Il Coordinamento chiede la chiusura della discarica e la bonifica della zona, ormai talmente inquinata da risultare invivibile. Vedremo se anche stavolta le ragioni dei forti scavalcheranno quelle dei cittadini.