ATTUALITA' - L'hanno voluta definire un'assemblea pubblica, un modo per destare ancora più attenzione sulla questione del San Raffaele e della sua probabile chiusura ma anche su come stanno crescendo i problemi all'ospedale di Velletri.
I lavoratori del San Raffaele, con in testa Carlo Maola e Bruno Ruscio, sono scesi in piazza per portare la loro protesta, il loro grido di dolore e insieme di speranza e sono riusciti nell'intento. Piazza Cairoli stamattina era gremita. Attorno ai "combattenti del San Raffaele" altri lavoratori della clinica di via dei Laghi e dell'ospedale "P.Colombo", cittadini e politici locali.
Ad aprire i lavori dell'assemblea Carlo Maola che ha fatto un'attenta e commossa disamina sul problema dei lavoratori: "Siamo qui per provare a scuotere una città sorniona, eppure devono sapere i cittadini di Velletri quale vuoto si sta creando nella sanità locale". Maola ha parlato di lavoro che a 700 euro mensili è difficile da definire tale, come è difficile considerare una valida alternativa il trasferimento a Cassino per chi guadagna così poco. Le spese di viaggio diventerebbero insostenibili. "Stiamo mettendo i nostri corpi in questa battaglia - ha concluso Maola - siamo in sciopero della fame, alcuni si sono sentiti male, qualcuno di noi sta aggravando il suo stato di salute ma continueremo finché non salveremo il San Raffaele e con esso la sanità del territorio".
Bruno Ruscio, altro uomo simbolo della protesta ha parlato della chiusura del San Raffaele, come di una decisione che non sta in piedi. "Perchè dobbiamo chiudere?" ha gridato alla piazza. Secondo l'ingegnere tutte le carte sono in regola, ogni permesso rilasciato è valido e nessun errore strutturale importante è mai stato compiuto. "Perchè lo Stato non ha deciso di chiudere la Parmalat, perchè non ha chiuso quella clinica di Roma dove si praticavano aborti fino all'ottavo mese? - ha ancora gridato Ruscio - e perchè a noi stanno riservando tanto accanimento? Da noi non si è mai verificato un errore sanitario!".
Il Gruppo San Raffaele continua a pagare gli stipendi ai lavoratori ma non riceve le certificazioni per avere i rimborsi per le spese sanitarie. La chiusura che il Consiglio di Stato ha sentenziato a settembre causerà un danno alla sanità locale notevole, come abbiamo scritto in un precedente articolo, la media è scesa da 3,5 posti letto per mille abitanti a 0,8 posti letto per mille abitanti. Bruno Ruscio ha fatto un discorso accalorato e commosso. L'ingegnere è tra i più provati, dopo 13 giorni di sciopero della fame ma ha in qualche modo, risposto, punto per punto, a tutto ciò che viene contestato al San Raffaele di Velletri.
Ruscio a poi invitato il Sindaco di Velletri, Fausto Servadio a salire sul palco. Il suo intervento, nel quale ha invitato la cittadinanza a difendere strenuamente il San Raffaele e l'ospedale cittadino, potete ascoltarlo e vederlo nel video pubblicato a parte (clicca qui). Anche l'avvocato del Gruppo, Carlo Trivelli, si è dimostrato battagliero: "Non capiamo qual'è il motivo per il quale dovremmo chiudere, sembra un processo kafkiano. Formalmente confermo tutta la determinazione a non chiudere, costi quel che costi. Faremo ricorso anche alla Corte di Giustizia europea per difendere il diritto ad essere curati in questo territorio. Non arretreremo" - ha concluso l'avvocato Trivelli. Il Vescovo Apicella anch'egli chiamato a salire sul palco, ha definito autenticamente cristiani i lavoratori che stanno combattendo per il loro posto di lavoro e ha promesso che informerà il Papa della situazione del San Raffaele.
Sono poi saliti sul palco Giulia Caianiello portavoce del movimento per la difesa della sanità, il vicesindaco di Lariano Claudio Crocetta e il Sindaco di Rocca di Papa Pasquale Boccia. Una tensione crescente nei discorsi e molte ipotesi fatte per giustificare una chiusura che tuttora sembra invece senza giustificazioni.
Ma la speranza rimane, il coraggio e la determinazione sono cresciuti. Bruno Ruscio che ha concluso la manifestazione con un ultimo piccolo discorso di ringraziamento per gli interventi, ha voluto compiere un'importante gesto simbolico togliendosi le catene. La disperazione si è trasformata in forte determinazione, non rimane che combattere per il nostro diritto alla salute.
LE IMMAGINI DELLA MANIFESTAZIONE DI QUESTA MATTINA